Salamone Paolo, Salsedine

Salamone Paolo, Salsedine

Prodotto nr.: AD843
Paghi solo: € 5,00

Ho voluto intitolare la raccolta "Salsedine" perchè le poesie che la compongono, lasciano, in genere, in bocca un sapore di sale.

La raccolta è una sorta di diario dell’anima, in quanto le liriche sono ispirate da stati d’animo conseguenti a fatti di cronaca o ad episodi della mia giornata che mi hanno, in positivo o in negativo, colpito.

Non è poesia che diletti, bensì riflessione, sempre sincera, su episodi di vita e sulla condizione di certi infelici.

Ha il coraggio di guardare in faccia le cose senza falsi pudori e, soprattutto, senza ipocrisia.

Poesia dai toni forti, dunque.

Di certo, comunque, non è vuota costruzione d’altisonanti versi e di strabilianti metafore che non vogliono dir nulla... ( e che pure incantano chi vuole a tutti i costi trovarvi quello che non c’è).

Da sempre la mia poesia affronta il tema dell’emarginazione, dell’ingiustizia sociale, dell’handicap ("Lettera in Braille" "I figli del silenzio" "Vecchi soli") perché vorrei che le cose andassero diversamente, che ci fosse, non voglio dire nemmeno solidarietà nei confronti di queste persone, ma soltanto un comportamento civile ...invece, certe volte, s’infierisce su di loro, non rispettando queste loro limitazioni che li mettono, non certo per colpa loro, in una condizione di svantaggio rispetto alla normalità, facendo finta di non vedere perché è certamente più comodo non complicarsi la vita con fastidiose incombenze.

E il bello è che, chiamati ad uno ad uno, tutti crediamo d’essere civili e....addirittura cristiani, che è ancora peggio.

Basterebbe, per assumere un comportamento più umano, che pensassimo, nella normalità del vivere quotidiano, che stiamo tutti sotto lo stesso "tetto" e che un incidente potrebbe, all’improvviso, scaraventarci in un’analoga situazione di svantaggio.

 

 

Poesia-denuncia, scomoda, scabra come roccia che graffia e lacera a camminarci sopra a piedi nudi.

Poesia che non dirà niente a chi si corazza d’indifferenza e di falsi valori, a chi è abituato a sopraffare, a chi ha rispetto solo di sé stesso e di chi è più potente o più ricco di lui... a chi vive d’apparenza e boria.

La collocazione delle poesie nel contesto del libro non è casuale, ma segue, a grandi linee, un ordine che parte da descrizioni della Sicilia, passa a temi esistenziali e poi, via via, al tema degli anziani, a quello dei bambini, alla cronaca e si conclude con figure di grande speranza per l’umanità come Teresa di Calcutta, come il Poeta, coscienza morale di ogni società.

Lo stile è libero, ma tende, attraverso la ricerca linguistica e un gioco d’incastri a mosaico delle parole, a gradevoli composizioni musicali.

Il linguaggio è volutamente accessibile, in quanto ritengo che la poesia non debba essere appannaggio esclusivo della gente colta.

Ciò non vuol dire, comunque, che esso non sia ricerca o che le liriche siano prive di metafore originali e di spiazzanti similitudini.

Un linguaggio concreto, dunque, portatore di messaggi e contenuti e non inutile crosta del "nulla".

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