
Paradiso Filippo, Sommersioni notturne (ed altre ancora)
Prodotto nr.: | AD752 |
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Certo, sin dal titolo che Filippo Paradiso ha voluto dare alla sua ultima, serrata raccolta di poesie quale fermo segnavia, ci avvediamo che non vi sono margini per tentennamenti giudiziosi o scorciatoie rassicuranti nell’affrontarne la lettura. Il percorso è scabro ed impervio, ne siamo avvertiti: qui, non di caute immersioni si sonda l’esperienza, quel deliberato reversibile proposito di introdurci o permanere in un elemento, sia acqua sonno o carne, ma di irreversibili sommersioni siamo chiamati a misurare con un brivido la depredante eppure rivelatrice potenza, questo coprire (o lasciarsi coprire) l’esistenza dell’equoreo sincero sudario che pone fine alla illusorietà del nostro stato, svelandone a tutto tondo la precarietà:
questo precario stato illude
e presto verranno i lunghi giorni freddi
Un affondamento (o sprofondamento?), con i sassi ben saldi nelle tasche, nella stretta completa delle acque, non importa se di Lete o di Caronte:
Altro vento non soffia,
In quest’ora d’incanto,
Che desiderio di meta
Ed acqua di Caronte
Acque e naufragi, ombre e notti: le pagine di Paradiso ne sono fittamente, ossessivamente conteste. Le notti, soprattutto. La sommersione, nel suo acqueo graduale vorticare verso il buio degli abissi, si intride assiduamente delle scansioni della notte, si fa notturna...
Pino Dentico