Mazzà Alessandro, Versi eterni per ragioni scadute

Mazzà Alessandro, Versi eterni per ragioni scadute

Prodotto nr.: AD152
Paghi solo: € 10,00

Lo scrittore sa tutto del mondo, la pagina è il suo mondo. Mondo dove si racconta, da sé, a sé, una storia.

La scrittura non fa discorsi se non li fa, se non li può fare, su se stessa.

Non fa che girare e provare con la gola stretta vicoli disabitati saltellando le mani vuote messe al gesto della semina, e metter farfalle e musiche dove più non ne trova.

Non fa che fingere di rinnegare ogni propria verità: verità che infatti non esiste se non è che se si parla di parole ogni volta il problema non è mai davvero un problema e non è mai sapere ciò che esiste davvero oppure no.

La voce non crea che voce, il suono non crea che suono.

La voce aspetta una voce, la voce guadagna un nome, un adesivo, una patente, sempre dagli altri: di stupida diversità, di alterità, di alternatività, di avversione: come scrittore, bandito, satana, sioux; senza qualcosa di stupido, di eroico come una scelta.

Una chiave è un marchio che purtroppo è senza sangue e che purtroppo è sempre nella lingua dell’autocostituitasi mascherata parte nemica.

Il lettore è questa controparte che era amica mentre era pronunciato, tacitamente; accolto, arbitrariamente; e si rivolta contro, giustamente; ma senza mai volerlo fare; e si rivolta contro per mancanza di diseducazione; e si rivolta contro per distrofia verbale.

E si rivolta contro fingendo di farcelo fare.

L’ascolto finge di presupporre o di richiedere un luogo, una lingua, una famiglia di adesivi; se non c’è la inventiamo inutilmente, inutilizzabilmente, apposta; non c’è anzi ogni volta mai, e ne inventiamo sempre, inutilmente, inutilizzabilmente, una che per finta è nuova.

L’ascolto non crea che orecchi, che informano bocche che poi non ascoltano se stesse.

Ogni cosa al mondo è metafora di una cosa. Il mondo della cosa, è quello utile, della giustizia, della finta pace, della verità. Il mondo della cosa che è metafora di una cosa, è il mondo della bellezza. La bellezza che è solo la sopravvivenza delle cose. Il mondo della bellezza che, per l’uomo, è solo negli occhi dell’uomo.

Ogni cosa è metafora di una cosa, mai di se stessa.

Ogni cosa è metafora di una cosa, altrimenti la pieghiamo noi, a farcelo credere.

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