
Maria Foti, Scintille
Prodotto nr.: | AD825 |
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La poesia di Maria Foti scaturisce da una profonda sensibilità. Occorre leggere attentamente i suoi versi per poter cogliere sensazioni, emozioni, visioni, di una vita vissuta tra gioie e tristezze, malinconia ed affetto.
Lo spunto autobiografico è fortemente presente, ed è questo aspetto che fa uscire fuori questi versi che per l’autrice sono "scintille" che "salgono piano piano dal mio cuore e spiegano del tutto i miei pensieri".
Non sono scintille uniformi ma differenti, ecco allora "scintille d’un vulcano attivo" ecco le "scintille molto ardenti a volte sembran lacrime cadenti" oppure quelle che "son come le stelle servono giusto per illuminare i giorni che si alternano o le ore io ne ho bisogno sempre in ogni giorno e scrivo e leggo e certe volte sogno".
La diversità dei versi, che ci descrivono perfettamente i suoi stati d’animo diventano pennellate per esprimere la propria personalità, a volte sofferente a volte sognante, ed è in questa tensione dualistica che trova fondamento la sua sofferenza.
La poesia di Maria Foti è poesia della sofferenza, è poesia dell’interiorità, è forza di vivere.
Già la poesia è anche forza di vivere, di sognare, di volare in alto, di guardare al mondo con occhi distaccati denunciando i suoi mali.
La sua poesia viene fuori da "anni di gioia e noia/ anni di grande/ amara sofferenza/ anni che son trascorsi/ senza senso/ anni perduti/ anni ritrovati!/.
In questa ricerca personale c’è lo spiraglio della fede: "Aiutami Signore/ dammi quell’incredibile/ emozione/ regalami una grande/ sensazione/ sveglia il mio vero istinto/ e la passione/ conducimi oltre i limiti/ e i confini della reale vita/ già perduta/.
Sono versi alti, profondi, dolci, pieni di emozione che ci ricordano i salmi dell’invocazione personale che gli ebrei rivolgevano a Dio, salmi che erano lamentazioni (mai lamenti) per la vita vissuta ma anche fiducia e fede.
Maria esprime la sua fiducia nella poesia "Mio Signore" dove grida " Sei tu il mio Signore/ padrone dei cieli/ ed io col tuo aiuto/ allontano ogni male/.
Quel "Signore" da cui si sentiva "scordata" e contro cui aveva "inveito" e che invece in quei momenti la stava portando in braccio.
Credo che in questo rapporto con Dio, nel suo approfondimento, l’autrice potrà regalarci altre "scintille", già, perché la sua poesia non ci ha ancora dato tutto, anzi siamo agli inizi di un cammino poetico, che ci porterà sicuramente lontano, a vedere oltre quel buio della poesia "É notte", di cui qui riporto solo la seconda parte: "É notte/ ancora io rimango/qui affacciata/ guardo senza vedere/ odo senza sentire/ ascolta.../ ascolta.../ non fare rumore/ per niente al mondo/ si deve turbare/ la notte immensa/ preludio d’amore!.../.
Per vedere oltre il buio, oltre la morte occorrono gli occhi della fede, che ci fa portare con gioia la nostra croce quotidianamente e col sorriso.
Nicola Calabria