Le Piane Fausta Genziana - Patti Tommaso Maria, Al Qantarah-bridge un ponte lungo tremila anni fra Scilla e Cariddi

Le Piane Fausta Genziana - Patti Tommaso Maria, Al Qantarah-bridge un ponte lungo tremila anni fra Scilla e Cariddi

Prodotto nr.: AD357
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Abbiamo trovato intrigante l’idea di costruirlo noi il ponte. E così abbiamo pensato ad una serie di sette racconti ambientati in Sicilia e Calabria, che ci piace chiamare "le terre dello stretto". Allo stretto, quindi, abbiamo voluto dare una centralità nuova, al di là di quella che la Storia gli ha sempre conferito. Questa centralità ci sembra coerente con la nuova dimensione europea con cui ogni regione del nostro continente deve confrontarsi. Oggi si parla di "collegamento veloce Berlino – Palermo", di "autostrade del mare", di "corridoi est – ovest", ecc. E queste ci sembrano le giuste coordinate su cui ragionare per il futuro. La sola dimensione siciliana o quella calabrese appaiono infatti assolutamente inadeguate per risolvere i grandi problemi di quelle terre, ma anche per cogliere le enormi opportunità offerte dalla geografia, la natura, la storia e la cultura di una regione d’Europa che sta nel cuore del Mediterraneo, al centro di tante culture, sulla rotta per Suez, in uno dei crocevia del futuro.

I racconti dovevano rappresentare la lunga storia delle nostre terre. Il numero di sette è del tutto arbitrario, ma rappresenta, a nostro parere, una buona suddivisione del lungo cammino nel tempo effettuato da Sicilia e Calabria.

Pensavamo di iniziare ogni capitolo, o tempo, come l’abbiamo chiamato, riportando dei versi o dei brani in prosa di ciascuna epoca, che risultassero rappresentativi delle due terre. Pensavamo di metterne giusto un paio, uno per una terra, uno per l’altra. Ma poi… l’appetito vien mangiando: come fare a scegliere? Come rinunciare a qualcuno di quei tesori culturali che si sono accumulati nei millenni?

Allora, aggiungi questo e aggiungi quest’altro, la lista si è notevolmente allungata, fino a pesare tanto quanto tutti i nostri racconti originali messi insieme. Ci siamo riproposti allora di non superare questo nuovo limite. Ed anche così ci è costata fatica. Ecco quindi come è nata la parte vagamente antologica che abbiamo inserito nel nostro lavoro. Ma non di un’antologia si tratta. Piuttosto di citazioni che forniscono argomenti per il nostro ragionamento, funzionali, cioè, alla nostra tesi. Abbiamo anche inserito brevissime note di carattere storico, con accenni alle modalità con cui si è evoluta la cultura, la mentalità e il modo di essere delle genti dello stretto, intese in senso lato: Siciliani e Calabresi. Qualche accenno, qua e là, all’evoluzione del percorso letterario nei secoli non poteva ovviamente mancare, né qualche breve approfondimento monografico su argomenti che c’interessano. Quanto appena detto ci consente di escludere che si sia voluta effettuare un’operazione di carattere sistematico, con atteggiamento scientifico. Né poteva un argomento così ricco e vario essere esaurito nelle poche pagine che ci siamo posti come limite.

Un’antologia richiede anche e soprattutto un’analisi storico-letteraria dei testi esposti. Noi non avevamo alcuna intenzione di effettuarla. Non era nelle nostre finalità. Qualche commento, qua e là, è invece presente, ma con finalità che sono coerenti alla nostra tesi: Dimostrare che Sicilia e Calabria hanno moltissimi aspetti che le uniscono, frutto di tremila anni di percorso parallelo nella storia. In tal senso, quindi, la poca analisi presente, accalorata, umorale, sentita più che ragionata, risulta assolutamente parziale, ma non faziosa. Se talvolta risultasse tale, possiamo garantire che non era nelle nostre intenzioni. Non intendiamo piegare i dati oggettivi alla nostra tesi, né forzare la verità storica… Al massimo forniamo il nostro punto di vista, ma senza la pretesa che sia una verità assoluta. L’abbiamo fatto quindi con passione, ma onestamente.

Ciò nondimeno riteniamo di aver reso un servizio utile alla conoscenza di alcuni aspetti del nostro modo di essere. Siamo infatti assolutamente convinti che tale modo d’essere sia una derivazione diretta della nostra storia. Di carrellate storico culturali su ciascuna delle due regioni non ne mancavano certamente. Sulla Sicilia, in particolare, sono state pubblicate tonnellate di libri. Riteniamo tuttavia che una raccolta che affrontasse unitariamente le due regioni mancasse. Non solo, crediamo pure che il carattere unitario della raccolta possa far emergere aspetti che altrimenti sarebbero rimasti nascosti, o meglio, far scoprire come alcune caratteristiche vadano al di là dei ristretti confini regionali. Questa scoperta, abbastanza ovvia d’altra parte, può meglio far capire come, per affrontare i vari problemi, risulti utile una soluzione più ampia di quanto potrebbe richiedere o fornire la singola regione. In tal senso, anzi, occorrerebbe piuttosto allargare l’orizzonte a Puglia, Basilicata, Campania…

La ricca bibliografia non inganni. Non vuole essere un indicatore indiretto di "approccio scientifico". Si tratta solo di un onesto elenco dei testi di riferimento utilizzati, nell’assoluta autonomia che ci siamo concessa. Insomma, nello sperare che il lavoro incontri il vostro gradimento, ci scusiamo a priori per le assenze, gli eccessi, le tesi discutibili, le nostre idiosincrasie… D’altra parte è fatale che dall’approccio descrittivo e dimostrativo di una tesi si passi a quello di chi ama quelle terre e non intende far nulla per nasconderlo.

Gli "HAIKU" presenti all’inizio di ogni tempo non hanno alcun riferimento alla tradizione italiana. Ma abbiamo pensato che la loro struttura ed essenza ben si prestasse ad introdurre in modo poetico, seppur di matrice culturale giapponese, ciascuna epoca. Inoltre è ovvio che la cultura non ha confini, così come la poesia. Essere sciovinisti ed autarchici su queste cose è quanto di più anticulturale si possa concepire. Non è l’unica concessione al mondo esterno alle nostre terre. Abbiamo infatti inserito a buon diritto tutta una serie di citazioni di autori stranieri o di altre regioni italiane che di quelle terre hanno parlato. Ed anche, seppur in ridotta misura, citazioni che nulla hanno a che fare con le nostre terre, ma che ci sono sembrate utili.

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