
Giannone Giacomo, Voci e sommessi bisbigli
Prodotto nr.: | AD776 |
Paghi solo: | € 2,58 |
La poesia di Giacomo Giannone è espressione di quella cultura che trova le sue radici nella Magna Grecia, quella cultura di cui ancora molti del Sud siamo portatori, questo aspetto lo notiamo nei riferimenti che il poeta fa riguardo al mare, al vento, al cielo, ed emerge maggiormente nelle poesie "Il fuso della strega" in "La statua del dio sconosciuto" "Lontananza".
Proprio nella poesia "Lontananza" il poeta ci fa assaporare il gusto della poesia, la delicatezza dei suoi versi, la sua sensibilità d'animo: "Quando cala la sera umida di nebbia/ i passanti sulla via sembrano fantasmi/ allora io ti cerco, padre, per non smarrirmi,/ Sento i tuoi passi seguirmi trepidanti/ e vedo i tuoi occhi acuti penetranti/ fermi sulla soglia della casa nostra". In questi versi sembra di trovarci davanti ad un quadro dai colori delicati, ad una dimensione tempo/spazio senza limiti, dove emerge preponderante la figura del padre con i suoi occhi "acuti penetranti", che riescono a leggere l'anima, perché sanno cosa cercare e soprattutto dove.
Per il nostro autore anche l'ombra del padre è sempre vicino a lui a guidarlo, a rassicurarlo: "c'è la tua ombra muta accanto alla mia,/ attenta, pronta a guidare il mio cammino./ C'è rimescolio di tenerezza nel cuore la sera,/ malinconia di cosa passate e desiderio,/ tanto desiderio della mia terra lontana."/
In tutte le pagine di questa silloge emerge un velo di malinconia per il passato, per quei ricordi che di tanto in tanto ritornano in mente, ma anche di solitudine, molti sono anche gli spunti autobiografici, che arricchiscono i versi di sensibilità e sentimento.
Nicola Calabria