
Carauddo Giuseppe, Emozioni e pensieri in versi
Prodotto nr.: | AD574 |
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Questi versi - dallo stile lapidario, così scarni e trepidanti, semplici ed insieme profondi ed essenziali, in cui si avverte come una triste eco di certo significativo e sublime poetare ermetico - portano la firma di Pippo Carauddo, medico e poeta che, con questa raccolta di componimenti "Emozioni e pensieri in versi", intraprende la via del Parnaso, guidato dalle "cameniche" Muse.
La materia verbale dei versi in premessa scorre nella composizione poetica "Marina", una delle liriche più struggenti, in cui l’autore non lesina lo sdegno e il disprezzo per "l’industrializzazione selvaggia" che ha deturpato e annichilito - e non solo in Sicilia - le plaghe edeniche di madre Gea.
"La collera che provo al pensiero... di come eri ieri e di come sei oggi" sono gli accenti del poeta, accorati e saettanti all’indirizzo dello scempio paesaggistico - inquinato ed inquinante - della piana di Milazzo cui è toccata questa sorte di distruzione che l’ha "colpita a morte".
Ma più che una querimonia o un lamento, quello del Carauddo è il canto di un amore non più corrisposto "come ieri" da profumi inebrianti, da acque nitide e trasparenti, da melodiosi gorgheggiamenti di uccelli, che volano e sostano in un lembo di sicula terra, ove lo scandire delle stagioni deve spesso fare i conti con una eterna primavera che esplode ad ogni spuntar del sole.
Sono canti di amore, di nostalgia e rimpianto di epoche mitiche e lontane, di speranza e di comunione cosmica, tutti i componimenti di questo prezioso e singolare libello che, seppur articolato in sezioni tematiche per il variegare dei contenuti, ha come filo conduttore il tema degli affetti e dell’amore.
E non può essere altrimenti perché il poeta asserisce di nutrire "un profondo rispetto per tutti gli esseri biologici, considerando l’amore come disponibilità incondizionata", quasi uno slancio vitalistico, che lo concilia con tutti gli esseri: uomini, animali, piante e quant’altro esce dalla mano del Creatore.
In questa Weltanschauung l’amore per l’autore è la "vis" interiore che consente di vivere in uno stato di serenità ideale, di far vedere l’aspetto positivo, anche nella monotonia della quotidianità, e di superare più agevolmente le difficoltà ostative che incorrono nell’arco della vita.
Nel cantare le emozioni che pervadono tutto l’impianto poetico, il Carauddo non rimane imprigionato in una poesia circolare, ma cammina libero tra le angosciose lacerazioni sociali e mesologiche del pianeta terra, trovando in questo "atomo opaco del male" di pascoliana memoria, il trampolino di lancio per andare incontro all’universo e ai punti interrogativi postulati dal suo io, e di fronte ai quali si sono incontrati e scontrati tutti gli umanesimi della storia.
Lungo questa traiettoria egli ama conversare con tutte le voci della natura e una linfa cristallina fluisce sui suoi versi con i quali arabesca - con linguaggio classico e classicheggiante, con musicale armonia e nitore compositivo - gli eventi e i momenti del passato, le storie antiche mitiche e leggendarie, i ricordi degli affetti perduti, e poi ancora, le suggestioni, i momenti onirici, gli attimi fuggenti fra ombre e luci.
Sono pagine di vita e segmenti del suo vissuto esistenziale con un intreccio di ieri, di oggi e di futuribili lampeggiamenti che trasformano il poetare in una chiave di volta che introduce nell’essenza intima delle cose, nei meandri labirintici dell’anima dove Arianna consegna il filo al poeta per spiegare, non solo le ali della estrosa e rapida fantasia di cui è dotato, ma anche quelle di un credo fermo e sicuro. Fantasia e credo, sogno e realtà, osmoticamente avviluppati, diventano le armi potenti della poesia, pronte a combattere per placare le tempeste del cuore, per vincere e sconfinare oltre i limiti degli orizzonti umani e della fisicità terrena...