Aliberti Pier Franco, Omertà d'amore

Aliberti Pier Franco, Omertà d'amore

Prodotto nr.: AD536
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Omertà d’amore può apparire titolo antifrastico per una silloge interamente costituita da poesie che hanno per centro esplicito l’amore, declinato nella pluralità delle sue forme e dilatato fino ad includere l’affetto per il figlio e per la madre.

É lecito chiedersi allora: perché l’autore ha scelto questo titolo e qual è la sua indicazione?

L’omertà, per definizione, significa silenzio complice e solidale che presuppone un sapere che non può e non vuole essere detto; implica una connivenza che si nutre, per vie segrete e nascoste, anche di una forma di deferente umiltà (omertà è derivazione da humilitas latino) rispetto a qualcuno o a qualcosa su cui si deve tacere.

Ed è proprio il significato etimologico- linguistico (vedi la voce nel dizionario Devoto-Oli) della parola omertà a consentire, chiarendole, le direzioni di lettura di una produzione lirica che, avendo come tematica dominante l’amore, ne dichiara, sin dal titolo, l’indicibilità, l’oscurità, la segretezza.

 

L’amore, il più inesprimibile, anche se il più coinvolgente dei sentimenti umani, contempla, per sua natura, il non detto, il rimosso, l’incompiuto, l’irrazionale, l’istintuale, l’illusorio, facendo emergere, in una rivelazione improvvisa e priva di spiegazioni logiche, la parte più segreta dell’io, le pulsioni oscure e sotterranee, che abbattono le difese di una pretesa razionalità e travolgono i parametri dei comportamenti abituali.

In questo senso l’amore è omertoso, confinando l’io in strane

zone d’ombra e di silenzio, in margini di oscurità e di nostalgie

pervasive, anche quando è corrisposto; anche quando si avverte nell’altro, solidalmente, la presenza della stessa densità emotiva.

Quasi sempre, all’intensità del sentimento e della passione, non corrisponde la capacità di esprimerla in maniera adeguata.

Non a caso, anche il grande Dante, rinviava la possibilità della sua comprensione (più che alla parola poetica) all’esperienza diretta e personale dell’amore:

…..che intender no lo può, chi non lo prova …

L’amore, pur nel suo fascino avvolgente, rimane inspiegabile e impenetrabile nella sua essenza e, anche la condivisione del sentimento, non annulla quel quid di misterioso, di indicibile o di non detto, che permane come legame segreto ed oscuro tra coloro che si amano, in una sorta di congiura del silenzio, che ha, come filo rosso, anche l’accettazione, senza condizioni, dell’altro, accolto con un rispetto (humilitas!) che non richiede e non possiede nessuna giustificazione logica...

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